Teatro

Manuela Cherubini e la Teatronovela Bizarra

Manuela Cherubini e la Teatronovela Bizarra

Tra le novità della terza edizione del Teatro Festival Italia, c’è “Bizarra”, la teatro-novela argentina firmata Rafael Spregelburd, tradotta e diretta da Manuela Cherubini. Imprenditori senza scrupoli, operai, agenti di polizia, ma anche artisti, suore, infermerie e commissari, un’umanità variegata sullo sfondo di un’Argentina in crisi. Velita e Candela le eroine protagoniste, sorelle senza sapere di esserlo, diverse ma legate da un destino comune. La teatronovela suddivisa in 20 puntate della durata di poco più di un’ora, per un totale di 30 ore di spettacolo, debutterà il giorno 5 giugno, in prima assoluta in Italia, al Teatro Sannazaro e andrà in scena tutti i giorni (tranne il 9-14 e 21), per tutta la durata del festival.

Teatro.org, seguirà tutta la teatronovela, dietro e fuori le quinte, ed il modo migliore per cominciare questo nostro impegno è senza dubbio facendoci spiegare dall regista e Manuela Cherubini i particolari di questa che è una novità per il teatro italiano.

Come ha conosciuto “Bizarra”?
“Sono un’appassionata di filosofia e mi interessa molto il concetto di complessità della contemporaneità. Il teatro di parola sembra rimasto legato e condannato ad una linearità che non è vita. Il mio lavoro è quello di creare opere d’arte viva, in questa mia ricerca ho incontrato Rafael Spreghelfud, scrittore e saggista argentino e siamo diventati molto amici. “Bizarra” rappresenta la vita, gli schemi delle scene dell’opera sono frattali di matematica quantistica. Il frattale è espressione della vita”.

Quali le differenze con la versione originale di Spregelburd?
“In questo adattamento ho dovuto condensare un po’ tutto in sole 20 puntate con 31 attori e 4 ospiti mentre nella versione argentina i ruoli sono 101. Inoltre, per quanto riguarda la lingua, io ho firmato la traduzione italiana dell’opera, ma qui a Napoli sarà messo in scena un mio adattamento drammaturgico trasposto in dialetto napoletano dagli stessi attori del cast. In questo mio allestimento la parola d’ordine è stata contaminare, a cominciare dagli attori che provengono da esperienze tutte diverse, dal teatro scarpettiano a quello di ricerca. Siamo riusciti a creare una disomogeneità che sta insieme”.

Come nasce il titolo “Bizarra”?
“La bizarra è un genere letterario basato sulla contaminazione ma è ancheil nome di uno dei personaggi della teatronovela e poi, viviamo in un’epoca bizarra, bizarro è il nostro paese, la nostra casa, la realtà”.

Cosa lega una regista romana, una teatronovela argentina e la città Napoli.
“Nelle mie vene scorre sangue campano, infatti le mie origini sono a Solopaca nel beneventano, mentre poi Napoli e Buenos Aires sono due città molto legate culturalmente oltre che spiritualmente, basta pensare che il 70% dei cognomi argentini sono italiani e di questi un 60% napoletani. Lo spirito, il vitalismo creolo è molto vicino a quello napoletano”.

Cosa si aspetta dal pubblico napoletano?
“Lavoro molto sulla costruzione del mio spettatore ideale quando faccio uno spettacolo, ma in Bizzara non è stato possibile. Quest’opera destabilizza le tue modalità di pensiero, organizzazione, produzione. E’ molto divertente, ma spero passi anche la sua densità, in fondo parla di un argomento fortemente attuale:la crisi economica”.

Nel cast sono previste anche degli ospiti celebri, le cosiddette guest-star.
“Ci saranno sicuramente Mario Porfito e Maria Giulia Cavalli, nei panni di due giornalisti della Cnn, ma anche Tony Tammaro e Vladimir Luxuria e forse Patrizio Rispo”.

Qual è il futuro di Bizarra?
“Sto già lavorando alla versione romana della teatronovela, dove sarò, insieme a Giorgio Barberio Corsetti, la direttrice artistica: 50 puntate autoprodotte con attori provenienti da tutta Italia, tra questi anche i Motus, una bella avventura”.